Veleno, una nuova esperienza gourmet
Veleno è un racconto a quattro mani dello chef Maurizio Amato e del restaurant manager Davide Patruno, due friulani desiderosi di creare un progetto inedito nel quale il cibo incontra la storia, il design e intraprende così anche un viaggio culturale. Dopo svariate esperienze nell’alta ristorazione in Italia e all’estero, i due soci si sono ritrovati nel piano nobile di una sontuosa dimora bresciana di fine ’700 per dar forma al loro sogno.
Veleno è dunque una nuova idea che torna alle origini della parola Venus, ossia filtro amoroso nella sua accezione letterale. Il concetto raduna in sé il significato di pozione che induce alla vulnerabilità e che può inebriare. Così vuole essere il ristorante situato al primo piano di Palazzo Martinoni già di Rosa (via Antonio Gramsci, 10), nel quale l’austera cornice storica si accende grazie all’incontro con l’arte contemporanea e con il design.
Il menu fonde elementi del territorio e attinge al contempo alla cucina internazionale, così da attivare contaminazioni virtuose. Con le spezie di Istanbul e la cultura turca, con i riti orientali, l’attenzione francese ai dettagli e la vivacità di Praga, con tecniche di cottura evolute ma mai troppo estreme. Qui i prodotti tradizionali, spesso dimenticati, sono reinterpretati in modo onesto e inaspettato. Veleno ha una carta controtendenza. Laddove la cucina attuale rielabora ed estremizza, Maurizio Amato si àncora al territorio e alla materia prima per creare piatti tradizionali, legati dal fil rouge di spensieratezza, libertà e novità.
Lo spazio si declina in cinque sale principali, fra cui uno scenografico salone da ballo e un’intima saletta-bomboniera sormontati da volte affrescate, soffitti a cassettoni e circondati da grandi finestre, tessuti damascati e camini.
Veleno è dotato di 45 coperti ed è aperto a pranzo con un’offerta esclusiva di cinque piatti, per spiluccare durante gli incontri di lavoro o per una pausa di tempo libero. Ha un bancone adibito a cocktail bar con un esperto mixologist per aperitivi di preludio alla cena, momento nel quale il ristorante offre una lista completa di tutti i piatti d’autore che cambiano ogni tre mesi. A disposizione degli ospiti anche una confiserie alla francese. Uno spazio dedicato a chi ama i dolci, aperto anche di sera. Ideale per chi si ferma qui durante una passeggiata, con un libro in mano o un amico con cui chiacchierare. Dedicato a chi ha cenato a casa ma vuole viziarsi con una piccola tartelletta o un buon caffè con grani scelti tra le torrefazioni friulane.
Veleno altera animo e mente, rende indifesi. Evoca paradisi artificiali dai quali non ci si riesce più a sottrarre. Veleno non è un ristorante per palati fini, non è una trattoria, non è un’osteria. Veleno è semplicemente Veleno. Un posto nuovo. Un inizio.
Maurizio Amato, 38 anni, chef.
«Veleno per me è simbiosi tra amore e sapore. È passione e voglia di vincere, sperimentare gioire. È il ricordo di pozioni di nonne e madri. È espressione, lussuria, emozione, nascita e orgoglio»
Da sempre appassionato di disegno e fotografia, si è trasferito dal Friuli a Bologna seguendo l’impeto per la cucina. Qui ha iniziato la sua esperienza all’interno di un agriturismo tra i colli bolognesi. Ha percorso da autodidatta tutto l’iter fino alla preparazione di primi e di secondi piatti. Si è poi specializzato nella preparazione della pasta fresca, sua grande passione, nel rispetto della tradizione bolognese. Ha collaborato con diverse importanti realtà tra cui la società di catering legata allo stellato Marconi di Bologna. Presso il ristorante Casa Monica ha poi iniziato a lavorare alla preparazione dei primi nella prima fila della brigata di cucina. Si è quindi spostato a Roma da Riccardo di Giacinto, allo stellato All’oro, dove ha fatto suo il passaggio dalla tecnica della ristorazione tradizionale alla gastronomia innovativa. Grazie a questa esperienza ha compreso, infatti, di volersi indirizzare verso una cucina più spinta, curata e inedita. Infine, è tornato in Friuli, a Cividale presso il ristorante Orsone di Joe e Lidia Bastianich, dove si è confrontato con un contesto più internazionale grazie all’incontro con uno chef spagnolo e una chef statunitense di origini coreane. Qui ha arricchito tecniche e uso delle materie prime. In questa occasione ha conosciuto il suo socio Davide, con il quale ha iniziato a immaginare Veleno.
Davide Patruno, 26 anni, restaurant manager.
«Veleno è il sogno di una realtà sostenibile, un punto di partenza per le nuove generazioni. Una ristorazione attuale che non segue le tendenze ma le detta. Veleno è in ognuno di noi»
Si è avvicinato alla ristorazione dall’età di 13 anni seguendo le orme del padre, anch’egli responsabile di sala nei ristoranti di tutto il mondo, e a 16 anni ha iniziato a lavorare prima allo stellato St.Hubertus di San Cassiano con lo chef Norbert Niederkofler, poi al Miramonti l’altro a Concesio (Bs), sotto la guida di Philippe Lévillé. Si è poi trasferito negli Stati Uniti, a New York, per due brevi esperienze nell’impero di Joe Bastianich. Sempre per l’imprenditore italo-statunitense ha lavorato per tre anni da Orsone, a Cividale del Friuli. Questa esperienza nevralgica l’ha condotto all’obiettivo ambizioso di diventare Restaurant Manager, a definire la propria personalità in ambito lavorativo e all’incontro con Maurizio.
Veleno è un racconto a quattro mani dello chef Maurizio Amato e del restaurant manager Davide Patruno, due friulani desiderosi di creare un progetto inedito nel quale il cibo incontra la storia, il design e intraprende così anche un viaggio culturale.
Veleno è dunque una nuova idea che torna alle origini della parola Venus, ossia filtro amoroso nella sua accezione letterale. Il concetto raduna in sé il significato di pozione che induce alla vulnerabilità e che può inebriare. Così vuole essere il ristorante situato al primo piano di Palazzo Martinoni già di Rosa (via Antonio Gramsci, 10), nel quale l’austera cornice storica si accende grazie all’incontro con l’arte contemporanea e con il design.
Veleno ha una carta controtendenza. Laddove la cucina attuale rielabora ed estremizza, Maurizio Amato si ancora al territorio e alla materia prima per creare piatti tradizionali, legati dal fil rouge di spensieratezza, libertà e novità come il Roma-Cagliari e il Signor Frant, in cui elementi semplici della tradizione italiana vengono reinterpretati e amalgamati in modo inaspettato.
E così con Veleno il salotto buono di Brescia ha da oggi un indirizzo in più, una location che rivoluzionerà l’ospitalità bresciana.
La carta offre la possibilità di scegliere i piatti singolarmente o di affidarsi al menù degustazione.
Veleno non è solo ristorante, Veleno è anche pasticceria, uno spazio emozionante, elegante e accogliente: un nuovo salotto da vivere per tutta la giornata.
Un luogo d’altri tempi ispirato alle caffetterie francesi che propone dolci capolavori, da ammirare prima e poi da gustare, dove l’armonia del gusto fa viaggiare i clienti nel mondo delle emozioni del palato.
Croissant alla francese, mignon, monoporzioni e torte sono la soluzione ideale per chi si ferma qui durante una passeggiata, con un libro in mano o un amico con cui chiacchierare.
La pasticceria è aperta anche la sera per chi ha cenato a casa ma vuole viziarsi con una piccola tartelletta o un buon caffè con grani scelti tra le torrefazioni friulane.
Via Gramsci, 10 BresciaApertura 1° Marzo 2019