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Pasta senza calorie: arrivano dal giappone spaghettini ottenuti da una radice

Pasta senza calorie: arrivano dal giappone spaghettini ottenuti da una radice

Redazione

noodle-cina-asia-150901741Mangiare un piatto di pasta senza ingrassare di un grammo? È il sogno dei golosi, ed è anche la promessa che arriva da Miracle Noodle, un prodotto in vendita on line, e in alcuni negozi, che promette di realizzare primi piatti gustosi, (quasi*) a calorie zero, da consumare “senza alcun senso di colpa”. Di cosa si tratta? I Miracle Noodle, fabbricati in Giappone, non sono altro che shirataki, un tipo di pasta tipica della cucina locale realizzata con farina estratta dalla radice di konjac (Amorphophallus konjac). Questa pianta è ricca di fibra vegetale solubile, spesso ribattezzata glucomannano, e utilizzata come integratore proprio per la sua capacità di dare un senso di sazietà e di limitare l’assorbimento di carboidrati e grassi.
In versione originale gli shirataki – il nome significa “cascata bianca” – sono sottilissimi tagliolini biancastri praticamente insapori. In genere nei negozi di alimenti etnici si trovano diverse marche di questi spaghettini tutte con un bassissimo apporto calorico. La Miracle Noodle miracle-noodle-fettucciniha lavorato gli ingredienti fino a ottenere anche una sorta di “riso” e dei “fettuccini”. Tutte e tre le versioni sono confezionate in una soluzione acquosa con l’aggiunta di idrossido di calcio (E226) come regolatore di acidità. Le istruzioni suggeriscono di risciacquarli prima del consumo, per eliminare l’odore e di bollirli per due minuti prima di ripassarli in padella con il condimento scelto.
Si tratta di prodotti piuttosto cari: il kit di prova con 12 pacchetti “monoporzione” nelle tre varianti, ciascuno da 150 grammi, costa 38 euro. Per perdere peso, i produttori consigliano di sostituire un pasto al giorno con i Miracle Noodle, e in generale di ridurre l’assunzione di calorie aumentando anche l’attività fisica.
Ma il problema è un altro: «Oltre ad assorbire i nutrienti, il glucomannano può ridurre l’assorbimento dei farmaci, compromettendo l’efficacia di una terapia, tanto che gli integratori a base di queste fibre avvertono di tenerne conto», spiega Enzo Spisni, docente di fisiologia della nutrizione presso l’Università di Bologna. «È importante valutare questo aspetto quando se ne consumano grandi quantità e al contempo si assumono farmaci». In ogni caso, gli shirataki non equivalgono certamente, come esperienza gustativa, ad un piatto di pasta: c’è il rischio di abbondare nei condimenti – seguendo anche le ricette proposte dal sito – recuperando così le calorie risparmiate. «50 grammi di pasta conditi col pomodoro fresco – sottolinea il nutrizionista – sono sicuramente un alimento più equilibrato di un piatto di tagliolini shirataki a calorie zero, conditi con sughi sostanziosi nel tentativo di dargli un po’ di sapore».
di Paola Emilia Cicerone Il Fatto Alimentare

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