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Le malattie rare dell’occhio

Le malattie rare dell’occhio

Redazione
  • Oltre 900 sono le malattie rare che interessano l’organo della vista.
  • La nuova normativa dell’istruzione professionale chiarisce le competenze dell’ottico nell’evidenziazione precoce di anomalie di occhi e visione e dell’invio rapido al medico.
  • L’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma: alla prevenzione devono partecipare tutti, professionisti o meno, che si trovino a contatto con la persona.

Oltre 900 sono le malattie rare attualmente identificate. Secondo la rete di riferimento europea ERN-EYE, le malattie rare che riguardano l’organo della vista possono essere raggruppate in tre categorie principali: le malattie che interessano il segmento anteriore dell’occhio, oppure la retina o le malattie che intaccano il nervo ottico e la parte posteriore. Tra le più conosciute c’è cheratocono, un assottigliamento della cornea che può colpire uno o entrambi gli occhi i cui effetti sulla visione possono essere ben compensati grazie alle lenti a contatto, rigide e non. Si tratta di una patologia corneale non infiammatoria, cronica e progressiva con una prevalenza di 50-200 casi per 100.000 e un’incidenza di 1 caso per 10.000 abitanti (dati Società Oftalmologica Italiana).

In generale, per diagnosticare le malattie rare “diventa importante intervenire in tempo, grazie a diffusi atti di prevenzione. Per ottenere risultati decisivi, occorre un’attenzione a tutto campo che metta in relazione le professioni dell’eye care per tenere sotto controllo l’occhio, cioè l’organo, e la vista, cioè la funzione del sistema visivo. Qui s’inserisce la figura del nuovo ottico. Grazie alla rinnovata normativa sull’istruzione professionale, questa figura professionale include nelle proprie competenze formative la segnalazione al medico di eventuali anomalie che richiedano degli approfondimenti. L’ottico potrà così – più concretamente di quel che già accadeva – diventare la prima linea di controllo, in quanto più diffusa ed accessibile” spiega Giorgio Righetti, direttore dell’Istituto Zaccagnini, scuola per Ottici e Optometristi con sedi principali a Bologna e Milano.

La normativa specifica le  abilità del “nuovo ottico”
Il decreto 92 del 24 maggio 2018 definisce la nuova gamma di abilità professionali dell’ottico: rafforza l’acquisizione di competenze di area optometrica; conferma il carattere esclusivo delle sue attribuzioni peculiari per ciascun dispositivo ottico, il controllo della vista e l’applicazione e gestione delle lenti a contatto; ribadisce la sua funzione di prima linea di evidenziazione precoce per condizioni anomale dell’occhio e della visione.

Sono molte, infatti, le patologie anche rare che è possibile individuare grazie a corrette misurazioni dell’ottica dell’occhio e della visione, effettuate da operatori abilitati. Ad esempio misure essenziali quali l’acuità visiva che non raggiunge il livello adeguato o la misura di topografia della cornea che può essere effettuata nei centri ottici specializzati in lenti a contatto. Alcune malattie rare dell’occhio beneficiano dell’evidenziazione precoce, ma per tutte è necessario vi siano opportunità diffuse per evidenziare l’eventuale condizione e per gestirla al meglio.

Il caso del cheratocono

Il Direttore Scuola di Specializzazione Oftalmologia, Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale dell’Università di Bologna Luigi Fontana al XXIV CONGRESSO INTERDISCIPLINARE dell’Istituto Zaccagnini ha affermato quanto il cheratocono sia un caso esemplare: “È una patologia che la quale è oggi possibile un approccio che ne blocca il progredire, a condizione di una diagnosi precoce. In questo caso, in una prospettiva di ruoli complementari e di share-care tra ottico e oculista, l’ottico può svolgere un ruolo importante: segnalando all’attenzione medica eventuali anomalie che riscontri nel corso della misurazione della vista e inserendosi in un contesto di prevenzione.

Il quadro generale di calo costante di medici specialisti, le difficoltà del sistema sanitario dopo l’emergenza Covid e il rinnovato ruolo dell’ottico, da sempre parte del Sistema Sanitario Nazionale (SSN), imporrebbero la definizione di linee guida per l’ottimale collaborazione e per la condivisione di informazioni con le arti, professioni sanitarie e mediche, per garantire meglio il diritto dei cittadini a godere di una buona visione.

 

 

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