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I subappaltatori cinesi si rivolgono verso… il mercato cinese

I subappaltatori cinesi si rivolgono verso… il mercato cinese

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Il salone Chic di Pechino, chiusosi il 31 marzo, organizzava quest’anno una conferenza sul tema del come fare del Business negli Stati Uniti. Anche se gli intervenuti alla presentazione sono stati solo una ventina, molti di loro ne sono usciti con delle certezze. Judy Ji, direttrice commerciale della società Changzhou Wonderful Garments Co. LTD, ha ricavato da essa indicazioni strategiche fattive. Ma per quest’azienda di subforniture, gli USA non rappresentano più un obiettivo primario.


Qual è il campo di attività della vostra azienda?
Siamo una società di subforniture con uffici a Shanghai ed unità di produzione di nostra proprietà a Changzhou che impiegano 700 persone. L’anno scorso abbiamo realizzato un fatturato di 30 milioni di dollari USA. Produciamo del prêt-à-porter e anche un po’ di biancheria intima, con prodotti realizzati per vari supermercati negli Stati Uniti e per negozi di media gamma in Europa.

Che cosa vi ha interessato di questa presentazione sullo stato degli esercizi commerciali negli Stati Uniti?
Questa conferenza verteva totalmente sulle differenze geografiche e parlava della congiuntura americana. Al momento attuale, siamo molto attenti alla situazione del mercato americano e all’evoluzione del corso dello Yuan rispetto al dollaro USA.

Per quale ragione?
Per ora stiamo lavorando con Wal-Mart negli USA, ma non siamo molto ottimisti. Se aumentiamo i nostri costi di produzione, essi annulleranno il valore dell’ordine. Preferiamo più sicurezza, anche se i volumi sono meno importanti di prima. In Europa, la spesa è diminuita. I marchi come Zara e Calvin Klein mantengono sempre una domanda elevata, ma di fronte a una situazione di incertezza ci chiedono degli sconti e a noi dà notevolmente fastidio dover sopportare la pressione dei loro rischi.

In queste condizioni, qual è la vostra strategia per tutelare i vostri margini?
Puntare al mercato cinese. E’ per questo che siamo sullo Chic di Pechino. Il mercato interno è veramente molto dinamico e noi vogliamo proporre i nostri servizi e il nostro know-how di subfornitori. Il nostro processo di produzione gira a pieno regime, ma come molti fornitori di prodotti in subappalto, vogliamo ridurre l’influenza dell’estero nel nostro fatturato, nell’intento di passare dal 100% a un 50-50.

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E’ un obiettivo che prevedete di raggiungere nel 2012?
No, sarà per il prossimo trimestre. Abbiamo già ottenuto degli ottimi contatti sul salone. Non sono solo l’alto di gamma e il lusso che si stanno sviluppando notevolmente in Cina, ma anche il medio di gamma.

Fonte Fashion mag

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