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60 anni senza Marilyn. Una dedica tra valore e lavoro al femminile

60 anni senza Marilyn. Una dedica tra valore e lavoro al femminile

Redazione
Da 60 anni, omaggi, studi e ricerche, volteggiano attorno alla figura di Marilyn Monroe, icona eterna del Cinema e del Costume, a livello planetario, scomparsa nel 1962.
Ogni anno, nel mese di agosto, milioni di persone al mondo, ricordano la scomparsa di Norma Jeane Mortenson, (la paternità non è ancora stata provata realmente), al secolo Marilyn, avvenuta in circostanze alquanto misteriose nella notte tra il 4 e il 5 agosto, sulle quali anch’io ho avuto modo di portare a termine studi e approfondimenti nel corso degli anni, con la scrittura di alcuni saggi, (sempre negli anniversari decennali dal 1982) che ripercorrono la sua condizione di stella del firmamento hollywoodiano e internazionale, e nello stesso tempo, come donna fragile, a volte strumentalizzata e lasciata in solitudine nella sua precarietà,  personale ma anche lavorativa e professionale.
Marilyn è un’icona unica, che s’impara a conoscere sin da piccoli e che, a 60 anni dalla sua scomparsa, è assoltamente attuale e riconoscibile a tutte le età, perché la sua immagine non ha mai smesso di venire rappresentata in ogni luogo e in ogni situazione artistica, o commerciale, in ogni parte del globo.
Al Festival del Cinema di Venezia assisteremo alla prima del film “Blonde”, (Netflix) un ennesimo racconto della sua vita, anche molto approfondito sulla sfera sessuale, che vede come protagonista e “sosia”, l’attrice cubana Ana De Armas, che pur non avendo l’accento anglosassone ma latino, promette un’interpretazione molto sentita e impegnativa, si dice già da Oscar…
Per scrivere di Marilyn, ogni volta prendo spunto e colgo l’occasione, da una serie di motivi, ogni giorno più “stringenti”, anche casualmente “condivisibili”.
In primis, lo spunto parte da considerazioni personali, come la mia nascita in concomitanza con la sua scomparsa e dalla consapevolezza, crescendo, di aver maturato la mia grande passione per il Cinema e per “Marilyn”, sin dalla pancia della mamma, con la conseguente attività di Fotoreporter e Docente di Cinema, e nello stesso tempo, in qualità di sindacalista,  raccontando i danni “subiti” dalle donne rispetto alla precarietà e frammentarietà del lavoro e al fatto, ancora concreto nonostante le leggi, che la parità di salario non è ancora così palesemente attiva.
L’altro elemento, fondamentale e molto attuale, che mi spinge a scrivere di Marilyn confrontando il mito cinematografico hollywoodiano con la donna fragile, che può essere cittadina e artista in tutto il mondo, mettendo insieme Donne e Valore, è la considerazione che si può fare rispetto al linguaggio e alla condizione femminile nella nostra società, dal punto di vista della “Cultura dell’immagine”, che vede le donne sempre alla ricerca dell’eterna giovinezza, e rispetto al differente approccio di genere, più “emozionale” con il mondo del lavoro.
Marilyn ha stravolto il Cinema, sin dal suo debutto nell’Olimpo, con le partecipazioni nei film: Eva contro Eva o Giungla d’asfalto, sino ad arrivare ad essere assoluta protagonista indimenticabile, in Quando la moglie è in vacanza, Fermata d’Autobus, Niagara, A qualcuno piace caldo o The Misfits, … solo per dirne alcuni.
Marilyn, con la carriera da modella, le foto osè, le violenze subite, la mamma con gravi problemi mentali e la sua grande voglia di ricevere attenzioni e amore, ha cambiato la concezione della “diva”, anteponendo al suo essere meravigliosa come nessuna, a livello estetico, in tutti i suoi film ma anche nella vita privata, la sua grande personalità e determinazione, che nonostante la sua assenza da ben 60 anni sulla terra, aleggia e condiziona ancora le scelte artistiche e di glamour, di numerosissime donne che vogliono assomigliarle a tutti i costi.
Marilyn è ua donna adorata dalla donne, e questa, è già una grande conquista e caratteristica che ben poche “vip” o star del Cinema attuali, possono vantare.
A 60 anni dalla sua scomparsa (avrebbe avuto 96 anni) siamo amcora qui a parlarne, a emozionarci dinanzi allo schermo e ai primi piani sul suo viso ovale perfetto e a descrivere, ancora una volta, quello che ha rappresentato e rappresenta per la Storia del Cinema e del Costume mondiale, nel 2022.
La sua famosissima immagine ripetuta, realizzata da Andy Warhol, i suoi abiti iconici messi in mostra e profanati (acquistati o noleggiati, e rovinati da vip in assurde passerelle) la sua grande dolcezza, saranno sempre materia di studio e di emozione per tutti noi che continuiamo ad amarla e a pensare come sarebbe stata la sua vita se solo avesse potuto avere dei bambini come tanto desiderava, se avesse trovato il grande Amore come sognava, e se l’evoluzione della società avrebbe potuto regalarle la giusta stima di sé e la felicità che le è sempre mancata, sin dall’infanzia, senza un padre o un’ancora di riferimento nei momenti bui…
E i suoi grandi amori sono un esempio lampante della ricerca della figura paterna: il campione di baseball Joe Di Maggio, (l’unico che andò al suo funerale e che continuò per anni a portare fiori sulla sua tomba), lo scrittore intellettuale Arthur Miller e i presidenti Kennedy…
Icona immortale dalla sensualità irresistibile, già quando era in vita, Marilyn sapeva quello che voleva veramente, sin da piccola: essere amata. Da 60 anni il ricordo è indelebile e il saluto “Goodbye, Norma Jeane”, è quasi d’obbligo, così come cantato da Elton John, meravigliosamente.
E a novembre, ci sarà l’uscita della seconda edizione del mio saggio  sulla condizione di precarietà: “60 anni di lavoro e valore al femminile. Come Marilyn da quando non c’è più”, un ulteriore omaggio a lei come icona eterna di “bellezza”, e alle donne, che nella precarietà, a volte sanno trovare la loro giusta determinazione e forza per raggiungere tutti gli obiettivi.
Continueremo a emozionarci di fronte ai primi piani del suo magnifico viso, alla sua grande personalità, dolcezza, bellezza e bravura, e a pensare che dopo 60 anni, sia assolutamente giusto ricordarla ancora.
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