Micam : presenze stabili, crescono i buyer cinesi
Il Micam, il salone milanese della calzatura che si è chiuso mercoledì, ha fatto registrare 42.385 visitatori, contro i 42.329 del settembre 2010. Un leggero incremento che permette in qualche modo di rassicurare gli espositori, certuni dei quali hanno giudicato più scarse le presenze sugli stand. «Siamo un marchio globale, diffuso in 42 Paesi. Veniamo anche per fare scambi con i distributori. Come in altre fiere, come il Mess Around o il Gds, la situazione è difficile e i buyer hanno dei budget più ristretti per viaggiare», riassumono da 3A Antonini Group, presente soprattutto con i brand Lumberjack ed Avirex. Anche l’ANCI, l’Associazione Nazionale dei Calzaturieri Italiani, che organizza l’appuntamento, ha constatato delle presenze che si sono protratte per un tempo meno lungo rispetto al passato. Secondo l’ente, il soggiorno medio è passato da 1,7 a 1,4 giorni, un fenomeno osservato pure su altri saloni. Una stabilità che quindi, alla fine, un po’ rassicura, quando invece Messe Düsseldorf aveva dovuto riconoscere per il suo Gds un calo del 4% delle presenze rispetto alla sessione di marzo 2011.
Sulla scena internazionale, il Micam rimane imperdibile ed irraggiungibile, con i suoi 20.967 visitatori stranieri registrati; dato che equivale a dire che quasi il 50% dei presenti proveniva dall’estero. Gli organizzatori parlano di un incremento significativo del numero di buyer cinesi. «Abbiamo anche visto un ritorno dei compratori americani, fatto che ci rende ottimisti per le vendite in America», ha aggiunto Cleto Sagripanti, presidente dell’ANCI. «Abbiamo incontrato buyer dalla Nuova Zelanda, da Singapore e ancora dalla Turchia. Il Micam è molto internazionale. Al Gds, lavoriamo per i mercati dell’Europa del Nord e dell’Est. Per noi, questi due saloni sono importanti e complementari da un punto di vista geografico», osserva Jorge Hernandez, direttore commerciale e marketing presso Art.
Di fronte al relativo calo del budget stanziato per i viaggi e gli spostamenti dai buyer e all’iniziativa del Pitti Uomo di lanciare in parallelo una piattaforma virtuale, Cleto Sagripanti ha ricordato l’importanza dell’esistenza di un salone reale, tangibile e ha dichiarato di voler preferire il concentrare le proprie energie sull’accoglienza degli espositori e dei visitatori a Milano. “Non abbiamo progetti per un salone virtuale”, ha concluso.
Servizio di Gianluca Bolelli