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Il Made in China sbarca a Milano

Il Made in China sbarca a Milano

Redazione

La Cina è vicina, si diceva fino a non molto tempo fa. La Cina è arrivata. L’aggiornamento a rettifica del motto è necessario, oggi. Ma non perchè le città pullulano di parrucchieri e ristoranti cinesi. Un dato al quale siamo assuefatti. Ma perchè, gestiti dalle seconde generazioni, gli spazi sono design oriented, i negozi hanno aggiornato i codici e sfruttano le migliori regole del marketing occidentale e dell’accoglienza orientale.
E il risultato è sotto gli occhi di tutti. Ma c’è chi va oltre. Accade quando uno stilista italiano decide di presentare la propria collezione, Misael, all’insegna del ‘Made in China’ e lo fa non in un momento qualsiasi dell’anno, ma durante la settimana delle sfilate milanesi dedicate alla donna.
Come a dire la settimana più importante dell’anno per il prêt-à-porter made in Italy. Una provocazione? “Non esattamente” spiega Angelo Cruciani, direttore creativo del brand (un marchio globale che raccoglie diverse forme di creatività e creativi, dalla fotografia, al food, al fashion). Piuttosto un modo per suonare la sveglia a un Paese che è pronto ad accogliere a braccia aperte i finanziamenti dei fondi sovrani cinesi, ma che fa lo schifiltoso davanti alla creatività e al saper fare di un popolo che si impegna e impara, e che ora inizia a giocarsela anche su terreni che ci sono sempre appartenuti: il design e la produzione.
Cruciani rivendica l’eccellenza del made in Italy e il saper fare italiano, ma dice anche “no al protezionismo e alla chiusura entro i propri confini. Per crescere e avere nuovi spunti e ispirazioni bisogna guardare altrove, accogliere”. Del resto, “tante tra le più importanti griffe mondiali producono in Cina”. E allora, questo è l’invito, “dichiariamolo”.
Così fa Misael che si targa, appunto, Made in China. Misael è una realtà creativa che nasce nel 2007 da Michael Haerens ed Isabelle Quian attraverso spazi contenitore che cercano le eccellenze creative in Europa e Africa. Per il lancio in Italia, Cruciani con l’aiuto del fotografo Manuel Scrima, ha concepito un fashion show che esalta il made in China come concetto etico ed estetico.

Insomma, quello di Misael è l’incoraggiamento ad accettare e interagire con una cultura che sta espandendosi in ogni direzione e in ogni campo. Propone di dare vita a un ponte comunicativo per ‘far entrare’ nuove tradizioni e ‘far uscire’ novita’. Anche perchè in Cina c’è spazio per lavorare anche per i giovani, per crescere a condividere una diversa visione dell’economia e del mondo, dice Cruciani.
La collezione P/E 2012, tutta prodotta ovviamente in Cina, si ispira ai giardini segreti. “L’idea è nata – spiega lo stilista – quando un amico mi ha raccontato il suo desiderio di mappare i giardini nascosti della città di Milano”. Tutto parte dalla leggerezza di sete e viscose impalpabili che si intrecciano a nylon semitrasparenti. Uno stile che unisce eleganza occidentale e orientale. I colori vanno dal blu crepuscolare al prugna acerbo, passando per i toni del carbone fino ad arrivare alle stampe tropicali.
Sullo sfondo della presentazione, nel nuovo showroom, uno spazio bianco e molto underground newyorkese, le immagini di Scrima. Dove modelle cinesi indossano la creatività italiana prodotta in Cina, e posano a Shangai. Per una collezione che sarà venduta in Italia. La rappresentazione dell’idea provocatoria di Angelo Cruciani, in fondo, sta proprio qui.

Adnkronos

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