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Dal riuso degli oggetti “vissuti” nascono i gioielli Be Back

Dal riuso degli oggetti “vissuti” nascono i gioielli Be Back

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Ogni oggetto, anche il più piccolo, può, e forse oggi deve, contenere una riflessione, un invito al rispetto dell’ambiente, a ciò che ci circonda.
Muove da questa considerazione Alice Padovani, giovane stilista di accessori, che all’Adnkronos spiega: “Mi piace l’idea che un oggetto futile come una collana o un bracciale possa portare in sé una riflessione consapevole sul principio del riciclo e della rinascita degli oggetti. La gente deve rendersi conto che rispettare l’ambiente è un’attitudine di vita che si deve mettere in atto fin dai più piccoli gesti della quotidianità, anche acquistando in modo consapevole”.

“Il desiderio di convogliare le mie creazioni sul ‘binario’ dell’ecologia è scaturito dalla volontà di fare qualcosa che fosse bello e al contempo eticamente sostenibile. Questo mondo che abitiamo è prezioso e la scommessa per me è quella di creare da qualcosa che c’è già affinché la mia azione sia discreta ed ecologicamente non invasiva”, aggiunge Padovani, evidenziando che “Lavoisier, padre della chimica francese, affermava ‘nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma’, dunque faccio mia questa frase perché credo che artisti, creativi e designer oggi più che mai dovrebbero sviluppare la capacità di vedere gli oggetti e i materiali di scarto con altri occhi trasformandone semplicemente forme e significati”.

Alice matura la prima esperienza di designer a Parigi. Gli anni vissuti nella capitale francese “sono stati un’officina di nuove esperienze e hanno inciso sul mio pensiero creativo in modo profondo, ma in modo altrettanto profondo le esperienze di vita e il mio interesse per l’arte contemporanea che, anche grazie ai miei genitori, si è sviluppato fin da quando ero bambina, mi hanno accompagnato da sempre in un percorso di evoluzione stilistica constante”.

Alice Padovani utilizza “molti materiali diversi: bottoni vintage, oggetti di cancelleria, cannucce, componenti e materiali di scarto di oggetti elettronici e casalinghi, perline e pietre che provengono da vecchi gioielli. L’elenco è pressoché infinito e soprattutto in continua evoluzione: tutti gli oggetti prima di essere scartati definitivamente dovrebbero avere una seconda possibilità. I materiali che uso mi capitano fra le mani per le ragioni e occasioni più diverse: a volte li trovo, altre volte li cerco, qualche volta me li portano gli amici dicendo ‘ho un po’ di spazzatura che potrebbe interessarti”‘. E l’ispirazione giunge da “moltissime cose, a volte consapevolmente, altre volte no. Un viaggio, ad esempio, è una situazione di riflessione privilegiata da cui traggo ispirazioni sia dal punto di vista delle diverse forme della cultura che da quelle della natura. Poi c’è tutto quello che ruota attorno all’arte visiva contemporanea”.

E’ in questo contesto che trova origine Be Back, brand che viene lanciato “a novembre dello scorso anno” e che “è ancora in una fase sperimentale”. Il vero e proprio lancio sarà “a settembre”, quando “verrà organizzata – fa sapere la stilista – una grande festa da Spaziolelune – centro per le arti contemporanee di Modena”.

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Non è semplice ‘entrare’ nel fashion system, in un mercato al quale in tanti aspirano. E’ difficile, secondo Alice “specialmente per quei progetti che cercano di mantenere una purezza e coerenza di fondo sia dal punto di vista formale che concettuale”. Ma la designer affronta la sfida con filosofia: “Per il momento ho lasciato che le cose andassero in modo più lento e naturale, tant’è che il ‘mio mercato’ fino ad ora si è auto generato, con il passaparola soprattutto. Ad oggi non so ancora quali strade prenderà Be Back, ma l’interesse è alto e la sfida interessante”.

Fonte: Adnkronos

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