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Tecnologia e innovazione per rilanciare gli hotel capsula giapponesi

Tecnologia e innovazione per rilanciare gli hotel capsula giapponesi

Redazione

Gli hotel capsula giapponesi sono nati circa 30 anni fa a Osaka, prendendo poi rapidamente piede nel paese, tanto che oggi se ne contano circa 300: spartani e piuttosto convenzionali, attraggono soprattutto la domanda estemporanea dei lavoratori che hanno perso l’ultimo treno per tornare a casa o dei senza tetto che li affittano a mese. Pochi, invece, i turisti internazionali che ne sperimentano i servizi. Per rivitalizzarne l’offerta, ed estenderla anche ai viaggiatori non giapponesi, c’è chi però ha pensato di costruirne alcuni dalle caratteristiche originali. Lo rivela un recente articolo del New York Times, che racconta del Ryokan Capsule di Kyoto, realizzato richiamando le atmosfere delle più tradizionali locande giapponesi, con pareti fatte di tralicci di carta di riso, futon e tatami, nonché personale rigorosamente in kimono. Nelle unità abitative non mancano poi i servizi più moderni, come la tv lcd e la connessione wi-fi. «Volevo trasferire parte del nostro stile tradizionale di ospitalità in una struttura economica, così ho pensato di unire il concept dei ryokan con quello degli hotel capsula», ha spiegato allo stesso New York Times il proprietario dell’albergo, Keiji Shimizu. Che tuttavia non è l’unico ad aver pensato di cambiare il concept degli hotel capsula: dall’altra parte di Kyoto esiste infatti un’altra struttura, il Nine Hours, che si ispira invece a concetti più minimalisti da 2001 Odissea nello spazio. A lasciare un po’ perplessi, tuttavia, sono le tariffe: circa 46 dollari a notte per una capsula al Ryokan, circa 64 dollari per 12 ore al Nine Hours. Forse un po’ troppo per dormire in ambienti larghi meno di 1 metro e lunghi meno di 2 metri, senza neppure i servizi in camera.

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