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Tante suggestioni durante la Fashion Week di Tel Aviv al debutto

Tante suggestioni durante la Fashion Week di Tel Aviv al debutto

Redazione

C’é un po’ di tutto sulla passerella della Tel Aviv Fashion Week, che mescola le tradizioni del Medio Oriente con le tante ispirazioni geografiche che compongono il mosaico di Israele, aggiungendo quel tocco di moda contemporanea che fa di tutto il mondo ormai un solo Paese.
C’é la nota attrice che ha deciso di dedicarsi alla moda solo da quattro anni e già vende, anche in Italia, da Luisa Via Roma. C’é il neo-diplomato in design al famoso Shenkar College di Tel Aviv e lo stilista che si ispira al Giappone, filtrandolo con l’Egitto dei suoi genitori per un risultato che è tutto da vedere. Non manca il giovane ma già affermato designer, che si sente un po’ il Versace d’Israele, mentre la “figlia del kibbutz”, classe 1946, con i suoi vestiti ricamati e la silhouette contemporanea entusiasma più di tanti giovanotti di belle speranze.
Qualche nome va fatto, forse ne sentiremo parlare. Il fashion system ha sempre bisogno di energie nuove e qui in molti sognano di arrivare, come c’é riuscito Alber Elbaz (uscito dallo Shenkar e ora osannato direttore creativo di Lanvin). Yossef, per esempio, è giovane e da questi parti è già conosciuto: i suoi vestiti sono indossati nelle feste più rutilanti, anche se, per sfondare oltre i confini di casa, forse dovrebbe educare e disciplinare il suo senso estetico.

Kedem Sassoon ha superato i 40 anni e ha un’estetica precisa, ama i volumi ampi che avvolgono le forme (anche quelle molto morbide) con ironia, e con eleganza un po’ giapponese ma con influenze magrebine: l’effetto è bello, molto contemporaneo.
Dorit Baror fa soprattutto l’attrice, ma da qualche anno ha una boutique di successo: nel suo marchio ha investito Chris Burch (americano ex marito della stilista Tory Burch) e lei fa lavorare anche un piccolo atelier specializzato in ricami tradizionali per i rabbini. Il risultato sono abiti chemisier neri di foggia sciolta, talvolta plissettata, sempre chic con bordure e fregi a filo d’oro.
Tovalé è nata in un kibbutz e ne è orgogliosa. E’ una delle più famose (e care) stiliste israeliane (anche la figlia è designer di moda), ha tre piccole stelle di David sullo zigomo e le ha dipinte anche sul viso delle sue modelle. Collezione molto applaudita la sua, sempre in scarpe basse e passo danzante: tanto colore nelle sete degli abiti diritti, gradevoli ricami floreali a contrasto di tinte ma anche, allontanandosi dal sapore etnico, uno stile grafico in bianco e nero con piccoli oblò aperti nel tessuto. Vero esordiente il giovanissimo Israel Ohayon, ha vinto il primo premio dell’Associazione Israeliana per il Tessile e la Moda: il suo stile sperimentale ha reso bene l’idea di una moda che non si ferma alla tradizione.

Fonte Ansa

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