Inaugurazione costruzione del gasdotto Iran-Pakistan, finanziamenti nel Golfo e nuovi progetti idrici
di Talal Khrais
La settimana scorsa si è tenuto nella città di Gabd, nella regione di confine del Baluchistan, la cerimonia di inaugurazione della costruzione del gasdotto Iran-Pakistan (IP). Erano presenti all’inaugurazione il presidente pachistano, Asif Ali Zardari, e il suo omologo iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, oltre a diversi capi di stato e ministri stranieri. Nel corso della cerimonia, oltre alla firma è stato siglato anche un memorandum d’intesa per la costruzione della più grande raffineria di petrolio del Pakistan nel porto della città di
Gwadar, il cui costo stimato è di quattro miliardi di dollari (circa tre miliardi di euro). Il Pakistan guarda ai suoi interessi e sente sempre meno i consigli dei Paesi Occidentali per sospendere la cooperazione con la Repubblica Islamica. Il gasdotto IP, il cui costo è stimato fra gli 1,2 e gli 1,5 miliardi di dollari, trasporterà circa 21,5 milioni di metri cubi di gas naturale iraniano verso il Pakistan. L’Iran ha già costruito più di 900 chilometri di condotte sul suo territorio e i restanti 200 chilometri dovrebbero essere completati entro la fine del 2015. Il tratto pachistano del gasdotto dovrebbe entrare in funzione entro la fine del 2014. Si può dire che la costruzione della sezione pachistana del gasdotto Iran-Pakistan (IP), è ufficialmente iniziata lunedì scorso. Anche l’Iran beneficerà del progetto, in quanto il paese si trova ad affrontare un pesante embargo sul suo petrolio e gas a causa delle sanzioni imposte dai governi occidentali e il gasdotto, una volta in funzione, consentirà di rafforzare significativamente l’economia iraniana. Oltre ai numerosi vantaggi economici, secondo quanto si legge sul quotidiano “Tehran Times”, il progetto è da considerare una vittoria politica totale per l’Iran. Ritornando alle pressioni occidentali da ricordare che nel corso degli ultimi anni, gli Stati Uniti hanno fatto di tutto per evitare che il Pakistan e l’India firmassero accordi energetici con l’Iran e le pressioni di Washington su Islamabad e Nuova Delhi sono sempre state accompagnate da incentivi, comprese le offerte per aumentare l’assistenza finanziaria al Pakistan e di costruire centrali nucleari in India. E intanto la nave va: la Banca islamica per lo sviluppo (IDB) e la Ecobank hanno stanziato 377 milioni di euro per progetti idrici e di trattamento delle acque reflue in Iran. È quanto reso noto dall’agenzia di stampa di Teheran “Irna”, secondo la quale l’IDB ha destinato 342 milioni di euro per i progetti, mentre Ecobank ha fornito 35 milioni di euro. La gestione idrica e delle acque reflue iraniane ha di fatto permesso l’emissione di obbligazioni per 547 milioni di euro per finanziare altri progetti di approvvigionamento idrico. L’11 marzo le autorità della Repubblica Islamica dell’Iran hanno stanziato 2,1 miliardi di euro per la raffineria di gas condensato più grande del mondo, situata nel sud della provincia di Hormozgan nel Golfo Persico, gestita dalla compagnia Persian Gulf Star. E’ quanto reso noto dal governatore della provincia, Ebrahim Azizi, il quale ha riferito che la raffineria stata completata per il 65 per cento. Una volta ultimato, l’impianto, il cui
costo totale stimato di circa 3,6 miliardi di euro, garantirà la produzione di 14 milioni di litri di gasolio, 3,8 milioni di litri di gas di petrolio liquefatto (Gpl) e 3,3 milioni di litri di carburante. La raffineria dovrebbe entrare in funzione entro il mese di settembre 2013. La Banca centrale iraniana ha annunciato che presto saranno messe in circolazione banconote da 200 mila e 500 mila rial (rispettivamente circa 125 e 313 euro). E’ quanto reso noto dal dirigente dell’Istituto centrale Majid Saniei. Attualmente in Iran le banconote con la denominazione più elevata sono quelle da 100 mila rial (circa 62 euro), ma secondo Saniei è necessario immettere banconote di taglio più elevato. Il rial, la valuta iraniana, è salita del 9 per cento nei confronti del dollaro statunitense grazie all’intervento del governo di Teheran e ai toni positivi evidenziati durante i colloqui sul nucleare tra l’Iran e le potenze mondiali. Secondo quanto riferiscono i media iraniani, il cambio ufficiale la settimana scorsa si è attestato a 32,5-33,5 rial per dollaro Usa, rispetto ai 36,3 registrato domenica. La valuta nazionale iraniana ha perso oltre metà del suo valore, attestandosi ai minimi storici del 2012 a causa delle sanzioni della “comunità internazionale” che hanno ridotto le entrate di Teheran derivanti dal petrolio. Malgrado tutto ciò Teheran ha esportato 56 mila tonnellate di benzina, per un valore di 52 milioni di dollari (39,8 milioni di euro), e i dati hanno mostrato un incremento del 100 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.