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Giornata della Memoria. Chi non ha Memoria non ha futuro. Per non dimenticare…

Giornata della Memoria. Chi non ha Memoria non ha futuro. Per non dimenticare…

Redazione

Di Ketty Carraffa

Il 27 gennaio è la Giornata della memoria, per ricordare le vittime del nazismo, durante la Seconda Guerra Mondiale: sei milioni di morti ebraici, ma anche quattro milioni di altre vittime, tra i quali, i perseguitati politici e tutte quelle persone appartenenti a etnie non “in linea” con l’idea di “razza” degli oppressori. 

E’ una ricorrenza internazionale designata dalla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle nazioni Unite, del 1º novembre 2005, preceduta da una sessione speciale tenuta il 24 gennaio, durante la quale l’Assemblea celebrò il sessantesimo anniversario della Liberazione e la fine dell’Olocausto.

La data del 27 gennaio ricorda quel giorno del 1945, quando le truppe dell’Armata Rossa sovietica, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. L’esercizio della Memoria, è quanto mai importante, in special modo in questo momento, per misurarsi con il futuro delle nuove generazioni, messe di fronte a un avvenire molto incerto.

Così come la Storia ci ha insegnato e affinché tutto quello che è avvenuto non possa accadere mai più, risulta un dovere sociale e civile ricordare e testimoniare con i racconti di chi ha vissuto quel terribile periodo della Storia. Naturalmente, per questioni anagrafiche, si fa sempre più pressante il compito di testimoniare la pace, da parte di chi ha avuto l’onore di conoscere personalmente i protagonisti di quel tempo o di chi ha semplicemente “ereditato” questo impegno di memoria storica, con senso civile. Ho avuto modo di collaborare per tanti anni con il Comandante Giovanni Pesce, Medaglia d’oro della Resistenza e con Nori Brambilla Pesce, sua moglie, entrambi partigiani, per la divulgazione delle loro storie in ogni ambito della società, dai quali ho proprio “ereditato” la consapevolezza dell’importanza dell’esercizio della divulgazione dei valori, ad esempio, ai ragazzi e ragazze delle Scuole di ogni ordine e grado. Specialmente in un periodo come questo, caratterizzato da evidenti e troppi episodi e atti di razzismo e violenza nei confronti di coloro considerati “diversi” da chi si professa “superiore” e chissà per quale motivo, è fondamentale il racconto della Pace e della libertà conquistate e l’esigenza di mantenerle…

Abbiamo la fortuna di vivere in un Paese democratico, che ha pagato tantissimo con il sacrificio di tante vite umane la ricerca della libertà, ed è per questo motivo che la Scuola, l’Informazione e il Cinema, diventano veicoli indispensabili per divulgare i principi e i valori fondati sulla convivenza civile e umana.

Esercitare la memoria è un atto essenziale per vivere, per ogni vittima dell’indifferenza nel corso della Storia, ma anche e soprattutto, per tutte le vittime di violenza dei nostri giorni.

– La foto inserita è tratta da SCHINDLER’S LIST, di Steven Spielberg, con Liam Neeson e Ben Kinglsey, il film (con 2 Oscar), è la storia dell’industriale tedesco Oskar Schindler che, in affari con le SS, salvò centinaia di persone dallo sterminio, ed è un pugno nello stomaco con il suo bianco e nero rotto solo dalla visione della bambina col cappottino rosso. “L’orrore non ha bisogno di colori”, disse Spielberg.

Di seguito, alcune frasi di donne e uomini, testimoni importanti che hanno vissuto il terrore, per non dimenticare:

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“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario. Perché ciò che è accaduto può ritornare. Le coscienze possono nuovamente essere sedotte e oscurate: anche le nostre (Primo Levi, “Se questo è un uomo”)

“È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo” (Anna Frank)

“Noi siamo la nostra memoria/noi siamo questo museo chimerico di forme incostanti,/questo mucchio di specchi rotti” (Jorge Luis Borges)

“Noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo. Senza memoria non esistiamo e senza responsabilità forse non meritiamo di esistere” (José Saramago)

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