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2.55, un numero, una leggenda

2.55, un numero, una leggenda

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Tutti la conoscono e molti la desiderano, la borsa mito della maison francese Chanel simbolo dell’eleganze e delle raffinatezza tipiche della fondatrice Coco.
Già il nome sottolinea la tendenza minimalista della famosa stilista, che con questa borsa volle creare un accessorio basic e comodo da portare tutti i giorni; oggi è invece una delle borse più desiderate dalle donne di tutto il mondo, fa sognare non solo nella sua versione originale, ma anche nelle rivisitazioni più moderne, che mostrano una 2.55 colorata, con nuovi materiali addosso e un look che la ringiovanisce molto, ma ne mantiene inalterata la semplicità e la genialità delle forme essenziali. Già nel 1955 compare questo modello che fa parte degli outfit del periodo, infatti non si può dimenticare che Coco è la donna che ha proposto il tallieur da donna, capo elegante e sobrio, elimina la costrizione del corpetto e lancia una borsa che non solo elimina i manici a favore di una comoda tracolla che rimarrà un must della creazione, ma anche una forma che si adegua bene alle donne del momento. Tra i segni distintivi della borsa, oltre alla pratica tracolla a catena, ci sono le impunture a rombi di pelle rivoltata: questi elementi non sono da sottovalutare perché rappresentano una parte dolorosa della vita di Coco, ossia l’esperienza dell’orfanotrofio, dalla quale prende ispirazione non solo per la catena, che riprende le chiavi dei custodi dell’edificio, ma anche il colore d’esordio, il bordeaux, colore tipico delle divise dei bimbi tenuti lì. Questa forte penetrazione personale rappresenta la
vera fortuna della borsa, che suscita in chi le vede un sentimento di amore profondo, nonostante le linee essenziali e i colori tenui proposti. La 2.55 è un nome, una donna e una vita, non solo una borsa, e questo la rende inconfondibile e terribilmente desiderabile da tutte le donne che nella vita della celebre stilista francese vedono una delle promotrici della emancipazione femminile, fatta non solo di lustrini e scarpette, ma anche di idee geniali espresse sotto la forma probabilmente più nobile e più vicina alle donne, la moda.
Carlotta Contrini

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