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Sotto i razzi di Hamas

Sotto i razzi di Hamas

Redazione

L’intervista a cura di Marco Ciani.
In merito al conflitto scoppiato tra Israele e palestinesi di Gaza abbiamo sentito il parere di Tali Israeli, cittadina israeliana, nata a Tel Aviv, ma cresciuta in Italia fino all’ età di 22 anni. Attualmente Tali, di professione traduttrice, è tornata a vivere a Tel Aviv, con il marito ingegnere e i quattro figli.
La sua preziosa testimonianza ci consente di avere uno spaccato più ampio delle posizioni in campo, anche per capire con quale ottica i cittadini israeliani di ascendenza ebraica leggono i drammatici avvenimenti di questi giorni. Ap).
Tali, ti ringraziamo per averci dato l’opportunità di questa intervista. Da israeliana che risiede a Tel Aviv con la sua famiglia, come vivi queste giornate?
Queste giornate sono piene di tensione e paura. Passo la maggior parte del tempo a cercare di rassicurare i miei figli trasmettendo loro serenità e sicurezza.
Hai amici arabi? Ritieni che tra ebrei e arabi vi possano essere rapporti pacifici?
Certamente, ho amici arabi israeliani con cui ho un rapporto di reciproco rispetto e dialogo.
Credo anche che la convivenza sia possibile, perché Israele è uno stato democratico dove già ora arabi israeliani ed ebrei vivono pacificamente.
Come viene percepito il tema della sicurezza di Israele?
Israele è un paese sicuro e lo dimostra il crescente numero di turisti che ogni anno vengono a visitare la nostra meravigliosa terra. Tuttavia, di certo questa sicurezza non è sempre garantita perché abbiamo nemici vicini e lontani che vogliono vederci scomparire dalla faccia della terra.
A tuo modo di vedere la reazione di Israele ai lanci di razzi da Gaza è stata proporzionata?
No, secondo me la reazione di Israele è stata troppo blanda e questo è dimostrato dal fatto che ancora oggi (il 21 novembre NdR), nonostante l’intenzione di Israele di raggiungere una tregua, da Gaza hanno continuato a lanciare razzi al sud del paese costringendo la popolazione a vivere nel terrore e chiusa nei rifugi.
Non temi che i bombardamenti a Gaza possano creare problemi più seri alla tua nazione?
Temo solamente che, come al solito, il diritto di Israele all’autodifesa sia messo in discussione da quei paesi che vorrebbero vederla scomparire dalla carta geografica.
Perché non si riesce a trovare una pace duratura tra israeliani e palestinesi? Pensi che sarà mai possibile giungere a una convivenza accettabile?
Citando una frase di Golda Meir «la pace ci sarà quando gli arabi ameranno i propri figli più di quanto odino noi». Penso che se i nostri interlocutori smettessero di investire in armi e investissero invece nell’educazione dei propri figli, ai quali fin da piccoli viene insegnato il culto dell’odio, allora la convivenza diverrebbe realmente possibile.
Qual è la tua opinione in merito al sionismo?
E’ possibile essere ebrei israeliani senza essere anche sionisti?
Il sionismo è quel pensiero che ha permesso allo Stato di Israele di rinascere e resistere nonostante tutti i nostri nemici volessero distruggerci. Per questo motivo io non penso che si possa essere israeliani ebrei senza essere anche sionisti.
Come viene percepita in Israele la primavera araba? Come valutate le dinamiche in corso in Egitto, in Siria?
Viene vista nella sua vera ottica, ovvero come la nascita di regimi dittatoriali a matrice islamica che hanno in comune il solo pensiero di distruggere Israele. L’opinione pubblica internazionale ha preferito tacere sulle stragi che in Siria ed Egitto si sono perpetrate negli ultimi mesi.
Cosa si deve pensare di un paese che uccide donne, bambini e vecchi? Questo silenzio su quello che è accaduto e sta ancora accadendo è la vergogna che contraddistingue tutti quei paesi occidentali che puntano il dito su Israele quando cerca di difendere i propri cittadini.
Pensi che l’Iran voglia realmente annientare Israele?
Sì, senza ombra di dubbio, e non manca mai di farcelo sapere.
Cosa pensi di esponenti della cultura di origine ebraica come Noam Chomsky o Moni Ovadia che hanno condannato le azioni militari di Israele?
Dico solo una parola…è una vergogna!
Alcuni opinionisti filo/palestinesi, equiparano sionismo e razzismo. E sostengono che vi sareste presi la stragrande maggioranza del territorio palestinese. Come rispondere a queste accuse?
La Palestina non esiste. Vorrei che questi opinionisti si documentassero sulla storia dello stato di Israele
Come immagini il futuro tuo e dei tuoi figli? Pensi che continueranno a vivere in Israele?
Israele è la mia casa e quella della mia famiglia. Qui siamo nati e qui rimarremo. Nel frattempo, spero e prego per una pace duratura in cui arabi ed israeliani possano vivere insieme.
Qui in Europa stanno suscitando molta impressione le foto di bambini palestinesi feriti o uccisi durante i bombardamenti. Che idea ti sei fatta in proposito? Ti sei mai immedesimata in una madre palestinese che perde un figlio?
Quelle foto che circolano, almeno la gran parte, sono false. Sono foto scattate in Siria che vengono spacciate per foto attuali di Gaza.
In quanto al secondo punto, non posso immedesimarmi in una madre palestinese.
Io da madre israeliana auguro a mio figlio di arrivare all’età di 18 anni e di non dover prestare servizio militare, perché spero che nel frattempo sia sopraggiunta la pace.
Una madre palestinese inculca il culto dell’odio fin dalla tenera età, sperando che il proprio figlio diventi un shaid (martire).
Come posso immedesimarmi in una persona che non considero essere madre nel vero senso della parola?
La rielezione di Obama, a tuo giudizio, è di buono o cattivo auspicio per Israele?
Personalmente credo che la rielezione di Obama per Israele sia un cattivo auspicio.
Cosa potrebbe o dovrebbe fare la comunità internazionale per favorire un processo di pace?
Penso che la comunità internazionale stia già attualmente cercando vie diplomatiche per favorire una trattativa di pace che conduca ad una coabitazione pacifica.
A breve mi sembra, avrete le elezioni per il rinnovo del Parlamento. Quanto pensi che la guerra possa influire sulle scelte degli elettori israeliani?
Le guerre influiscono sempre sulla scelta del proprio premier.
Un’ultima domanda. Vivere in uno stato di conflitto da decine e decine di anni non è facile. Come riuscite ad andare avanti, malgrado tutto?
E’ la forza di vivere che ogni israeliano ha dentro di sé. Noi israeliani saremo sempre per la vita, per pace e per il grande amore per la nostra patria.
Grazie, Tali. E buona fortuna a te ed alla tua splendida famiglia.

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