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Palestina: le violazioni dei diritti umani continuano di fronte alla indifferenza della comunità internazionale

Palestina: le violazioni dei diritti umani continuano di fronte alla indifferenza della comunità internazionale

Redazione

Polizia israeliana rapisce un bambino di 11 anni fra le lacrime della madre (dedicato a Saviano)
Questo video e’ stato girato martedì mattina dopo che le autorità israeliane hanno effettuato un altro raid contro civili. Appena l’esercito e la polizia si sono allontanati, un furgone si e’ fermato nella zona e due agenti di polizia di frontiera sono saltati fuori. Kareem Tamimi, 11 anni, ha iniziato a fuggire, correndo verso la madre. La donna con la telecamera si sente gridare “Bambino! Bambino!” in ebraico per dissuadere gli agenti di polizia di frontiera alla cattura del piccolo, senza alcun risultato. Quando gli agenti di polizia di frontiera catturano il bambino, lo trattano (e maltrattano) come se fosse una persona adulta. In pochi secondi è caricato sul furgone della polizia e sulla strada fuori dal paese verso una località sconosciuta. Sua madre che piange mentre sbatte le mani contro le finestre del furgone della polizia e’ ignorata dalla polizia di frontiera.

L’arresto di Kareem faceva parte di una strategia per mettere sotto pressione suo fratello Islam, di 14 anni, che è stato arrestato il giorno precedente in un raid notturno, in modo da convincere Islam a firmare tutte le (finte) confessioni prodotte dagli investigatori. La strategia ha funzionato, e Kareem è stato rilasciato più tardi la sera stessa.

Dopo questo arresto, il portavoce dell’esercito israeliano ha dichiarato ai media e su Twitter che “un altro ricercato sospetto è stata catturato e condotto in un luogo di sicurezza per un interrogatorio”. Il portavoce ha dimenticato di precisare che il “ricercato sospetto” è solo un bambino di 11 anni.

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Questi video, che raramente passano sui media di massa, dimostrano la vita palestinese sotto l’occupazione israeliana. Questo è il prezzo che pagano quei palestinesi che se si rifiutano di stare in silenzio sotto l’occupazione”

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