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Il design italiano simbolo di eccellenza a livello mondiale

Il design italiano simbolo di eccellenza a livello mondiale

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“Noi siamo un’eccellenza a livello mondiale, è tutto il sistema Italia che sta andando benissimo, basti pensare ai dati sull’export, che fanno segnare una cifra pari a 10 miliardi di euro di prodotti esportati, contro 3 miliardi di euro di beni importati. Questo vuol dire che incidiamo in maniera positiva per 7 miliardi di euro sulla bilancia dei pagamenti del Paese”.
Questa l’opinione sul settore arredamento e design, dell’economista Gian Maria Gros-Pietro, protagonista in questi giorni del Salone internazionale del Mobile in corso a Milano, intervento ben accolto da Giovanni Anzani, presidente di Assarredo che ha commentato: “Qui a Milano in questi giorni abbiamo 300.000 visitatori, di cui il 55% proveniente dall’estero, precisamente da 160 Paesi diversi, e oltre 6.000 giornalisti. E questa è un’altra testimonianza dell’eccellenza dell’impresa italiana, della capacità di innovare e di proporre prodotti per la casa. E non solo, vista la presenza di Arredo Ufficio”.

Un settore, quindi, che, nonostante il perdurare della crisi economica, continua a macinare successi, ma chiede allo Stato “di essere protetto sotto tre aspetti, facendosi nostro portavoce davanti alla Comunità europea”.

“Innanzitutto – dice Anzani – chiediamo la difesa della proprietà intellettuale, contro i falsi e le copie prodotti in altri Paesi. E poi, a garanzia in primis del consumatore finale, chiediamo che ci sia un libretto che certifichi il materiale utilizzato per realizzare il prodotto, a conferma che sia riciclabile, non inquinante, che sia di qualità. E infine vogliamo che ci sia la tracciabilità della lavorazione, che sia indicato dove vengono realizzati i prodotti”.

Richieste, quelle che arrivano dal settore del design e dell’arredamento, che si rendono necessarie, ribadisce, “prima di tutto per tutelare il consumatore finale, e poi naturalmente le nostre imprese e i nostri lavoratori”. “Copiare è facile, altra cosa -conclude Anzani- è inventare, innovare, per i quali è necessario fare investimenti”.

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Yulia Shesternikova

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