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Anisakis nel pesce crudo

Anisakis nel pesce crudo

Redazione

nigiri-sushi-2Amanti del sushi e del pesce crudo in generale? Attenzione al rischio anisakidosi. L’Anisakis è un nematode frequente in alcuni organismi marini, dai crostacei ai grandi mammiferi. Dalle dimensioni di circa 1-3 centimetri a esemplare, le larve di questo verme vengono deposte nel krill, passano quindi a tonni e salmoni per via alimentare e infine vivono la fase adulta in grandi specie come delfini e foche. Ed è proprio con il consumo di pesce contaminato che possono entrare nell’organismo umano, causando problemi di salute anche particolarmente gravi. L’Anisakis è un nematode frequente in alcuni organismi marini, dai crostacei ai grandi mammiferi. Provoca seri problemi di salute. Nascosto nelle carni crude, il nematode raggiunge l’apparato digerente umano con l’ingestione. Data l’acidità dello stomaco e intestino, il verme non trova un ambiente ideale alla sua crescita e, di conseguenza, cerca una via di fuga tentando inutilmente di far breccia nelle pareti degli organi coinvolti. Così facendo, innesca un’intensa risposta immunitaria: gli eosinofili circondano rapidamente l’ospite indesiderato, fino a formare una massa granulomatosa di grandi dimensioni, spesso confusa con tumori o con il Morbo di Crohn. I sintomi, che si manifestano da pochi giorni fino a due settimane dall’ingestione, comprendono nausea, dolore addominale, diarrea, febbre, stanchezza e blocco intestinale. Il trattamento è quasi sempre d’urgenza, con un intervento chirurgico volto alla rimozione della massa e delle pareti dei tessuti ormai irrecuperabili, per evitare il rischio di perforazione. Fortunatamente, difendersi dall’Anisakis è facile quanto accendere il fornello: bastano un paio di minuti a 60 gradi per uccidere tutti i nematodi. E se proprio non si riuscisse a rinunciare al pesce crudo? La soluzione è il congelamento a lungo termine: l’esposizione a -18 gradi per almeno 96 ore inattiva sia il verme che le sue larve. Lo stesso sembra per l’abbattitore a -18 gradi per 24 ore, ma anche con l’azoto liquido a -196. Va precisato, infine, come le specie dall’allevamento siano spesso esenti da ogni pericolo, non potendosi nutrire di crostacei e altri organismi infestati.

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