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Al 34 con la Beffa-na romana

Al 34 con la Beffa-na romana

Redazione

“Al 34” in via Mario dé Fiori è sito uno dei più rinomati ristoranti romani…..forse una volta!
Buonasera! Ci sono due posti? – un cameriere dall’aspetto trasandato venendoci incontro ci risponde in modo insofferente – “ dovete chiedere in fondo alla signora “ – ci guardiamo intorno e non vediamo nessuna signora. Dopo un po’ lo stesso cameriere ci fa accomodare in una specie di tavolino conciliante alla porta d’entrata. Ordiniamo: zuppa di fagioli neri con astice, zuppa di ceci e seppie, misto di carciofi, radicchio in salsa di aciughe pure di fave e cicoria. Dopo aver mangiato circa un mezzo chilo  di pane finalmente arrivano le tanto attese zuppe, ma una triste sorpresa alla Fantozzi ci attendeva…………l’astice nella zuppa di fagioli neri misteriosamente si è trasformata in gamberetti  forse  anch’ella stanca di aspettare la sua sorte in cucina si era data alla latitanza. Chiamiamo allora il cameriere per chiedergli se l’astice presente nella zuppa avesse fatto qualche dieta particolare, dato che si era  trasformata  in gamberetto. Il cameriere da grande attore ci dice: “ ma come!? La vedo lì, non la vede l’astice che è lì?-e col dito quasi dentro la zuppa, mi indica un pezzo di buccia di coda nel mezzo dei gamberetti.
In rispetto alla coda dell’astice facciamo portare via la zuppa e ordiniamo a scanso di equivoci una bistecca. Attendiamo un po’ e finalmente……arriva…… Ma ancora non abbiamo capito di che animale fosse. E, su 400 grammi di carne 300        erano di grasso e il restante era filaccioso e duro.  Chiediamo al cameriere se lo chef era italiano, la risposta: “ No, lo chef è del Bangladesh” .  Il nostro pensiero : “ ma com’è, che in un ristorante così storico, che promuove il cibo made in italy non c’è , non diciamo  un rinomato chef, ma almeno uno chef italiano, perché poi le conseguenze a tavola si percepiscono”.  Quindi, l’unica soluzione per capirci qualcosa è per provare chiaramente una piccola soddisfazione è: “ chiamiamo allora la proprietaria”. Il cameriere chiama la proprietaria e dopo un po’ vediamo arrivare una signora piuttosto anziana e distinta coperta di collane e anelli d’oro come un albero di natale e le spieghiamo il nostro dissapore e sgomento per la cena succulenta  fornita dalla sua ristorazione.  La signora,  con mille scuse ci dice  che non avremmo pagato ciò che abbiamo non mangiato, quindi, ci chiede di ritornare e ci offre una vodka che guarda un po’ ci arriva sul tavolo in versione grappa.  Scoppiamo  a ridere e ci guardiamo intorno per verificare che non ci fossero delle telecamere nascoste e che non fosse una candid camera. Allora comunque chiediamo il conto pensando che la signora mantenesse fede a ciò che aveva promesso e cioè che non avremmo pagato il conto, e con nostro sbigottimento invece il Fantozzi day  ci ha perseguitato fino in fondo facendoci arrivare sul tavolo un conticino veramente da capogiro:  una tazza di tè 4 euro, e non descriviamo neanche com’è stato servito, un quarto di vino della casa euro  4.50 che sapeva più di aceto, persino il pane 1 euro, zuppa di ceci 10 euro, tre carciofi 16 euro, un insalata di radicchio 6.50, un purea di fave e cicoria, comprese le radici e almeno due teste di aglio 8.50 euro per un totale di 50,50 euro.  Figuriamoci se avessimo preso  il dolce, cosa ci sarebbe arrivato in tavola?
Consiglieremo di certo questo ristorante di classe a tutti i nostri “ amici”.

Yulia Shesternikova e Cinzia Veneziano

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