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Giovane donna russa oggetto di insulti razzisti da parte di Roberta Bruzzone

Giovane donna russa oggetto di insulti razzisti da parte di Roberta Bruzzone

Redazione

Da molti mesi su attraverso facebook la criminologa Roberta Bruzzone e i suoi collaboratori insultano una giovane donna russa, Natalia che stremata ha sporto denuncia e si è rivolta all’Associazione Donne per la Sicurezza onlus per chiedere aiuto. Questi alcuni degli insulti:  (“”Mmmmm..   quanto costa affittare una russa per fare qualche foto e far finta di avere una vita ???? troppo divertenteeeee…” oppure   ““ ..ci vuole stomaco per stare con un pezzo di merda così anche se solo per sghei e solo per 5 minuti…STRANO MA VEROOO”)
Il giorno 9 gennaio in occasione dell’udienza di mediazione preliminare al processo a Roberta Bruzzone e ai suoi collaboratori, una delegazione dell’Associazione  Donne per la Sicurezza, sfidando anche il freddo e il vento,  ha organizzato un presidio di sostegno a Natalia davanti all’Organo di mediazione.

Roberta Bruzzone e i suoi amici non si sono presentati all’udienza senza dare spiegazioni. Poi lo stesso giorno hanno inviato tramite facebook delle gravi minacce “di annientamento” anonime ma presumibilmente dirette alla nostra Associazione e una diffida strumentale di 250.000 euro, immaginiamo per tentare di intimidirci.
La nostra Associazione continuerà nell’azione di tutela della giovane Natalia e procederà anzi legalmente insieme a lei per tutelare tutte le Donne straniere che subiscono quotidianamente offese e violenze in Italia.
Il giorno 23 gennaio alle ore 13 in via Attilio Regolo 7/D Roberta Bruzzone e i suoi collaboratori sono stati nuovamente convocati in udienza di mediazione. L’Associazione Donne per la Sicurezza onlus sarà ancora presente, auspicando la partecipazione di tutte le persone civili che intendono manifestare civilmente contro il razzismo nei confronti delle Donne straniere in Italia.

Solidarietà a Natalie: la vergogna di un razzismo mediatico”Qualunque forma di meschinità razziale porta la società a regredire in ogni suo aspetto e se tale regressione ha l’aspetto mediatico, l’immagine che ne scaturisce affonda nel tunnel più cieco della vergogna. Ormai siamo abituati a notizie sempre più denigranti che riguardano lavoratori stranieri, soprattutto dell’est europeo, visti solo come aspiranti sanguisughe dei beni di coloro presso cui prestano servizio. Romeni, russi, polacchi, moldavi, ecc. suscitano diffidenza e qualsiasi azione essi compiano è vista solo sotto il profilo dell’opportunismo e del profitto personale.
E se ad essere colpiti da forme di razzismo più squallido sono le donne lavoratrici, badanti, baby sitter, collaboratrici domestiche, il quadro della situazione si fa sempre più chiaro. Le badanti ad esempio sono viste solo come coloro che circuiscono gli anziani per farsi nominare eredi delle loro sostanze econimiche, per farsi sposare al fine di ottenere, oltre la pensione anche la cittadinanza italiana. Ma le cose non stanno così. Se non ci fossero, molti anziani verrebbero lasciati in case di riposo, soli e senza il conforto almeno di morire tra le proprie mura di casa, assistiti 24 h su 24 con affetto e dedizione.
Ad una ragazza russa, Natalia, è stato impedito di essere considerata degna di rispetto, per via di un legame con una persona italiana presso cui prestava servizio. E’ stata tacciata di essere la classica prostituta dell’est da un’altra donna a conoscenza di questo rapporto affettivo, una donna, italiana, tra l’altro criminologa, personaggio televisivamente noto per la sua partecipazione a talk show su episodi di cronaca nera. Tale diffamazione è proseguita anche su un noto social network, inducendo così la ragazza russa a chiedere il risarcimento danni per diffamazione.  Assistita dall’avv. Falcetta, il 9 gennaio la ragazza si presenterà alle 14 presso l’Organo di mediazione forense di Roma, dove sicuramente la criminologa non sarà presente, per discutere di tale risarcimento. Non sarà sola, ma con lei ci sarà un gruppo di solidarietà silenziosa “ Le Mimose recise” ideato per l’occasione dalla dott.ssa Nicoleta Sprinceana da tempo residente in Italia , la quale porta avanti, coadiuvata da molte persone di buona volontà italiane e straniere, una battaglia contro ogni discriminazione razziale. Questo gruppo darà vita, sotto l’edificio in cui si svolgerà la trattazione della vertenza, ad una forma di protesta composta , e vedrà la partecipazione di molti esponenti del mondo giornalistico, culturale, sociale, tra cui l’ Avv. Giancarlo Germani, la dott.ssa Mihaela Giurgea  presidente dell’Associazi0ne Italia Romania per lo sviluppo e l’integrazione, la dott.ssa Alina Harja, direttore del nostro giornale.  Pur non potendo essere presente, ha dato la popria adesione, confermando il suo impegno costante nella lotta ad ogni forma di abuso discriminatorio la consigliera del comune di Padova Nona Evghenie e persino italiani che lavorano a S. Pietroburgo partecipano con profonda convinzione da lontano a questa iniziativa.  Natalia è il simbolo di chi soffre pur lavorando onestamente, l’esempio eclatante di chi viene in Italia solo per darsi la possibilità di vivere con dignità laddove nel proprio paese ciò non è possibile. Eppure la dignità per certe persone, che hanno al posto del cuore un macigno pesante da rimuovere qual’è appunto il pregiudizio e l’odio razziale, non è uno status morale che deve appatenere di diritto anche a chi non è nato nella nostra terra, ma è solo un copyright dell’occidente. Cadere nella trappola di individui meschini significa perdere pure noi la dignità, ma al contrario di ciò che avviene per le donne come Natalia, nessuno scenderà in piazza per sostenerci….la vergogna, da sempre, vive nascosta e tale deve restare.

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Fonte: Donne per la Sicurezza

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